Vacanze Oman all inclusive
Vacanze Oman all inclusive a bordo di stupende Jeep!
Sono abituato a viaggiare da solo con zaino in spalla e quindi itinerante ma, per visitare il sud del Paese, ho optato per un pacchetto tutto incluso.
Fra le cinque strutture a disposizione, ho scelto Il Fanar Hotel e Resort.
È un bellissimo complesso di recente costruzione e presenta una vasta gamma di servizi tra cui cinque ristoranti a tema, dove potevi alternare gusti e ambienti diversi.
Due spiagge all’interno della pittoresca e calma Marina, più una grande bagnata dal Mar Arabico, facevano la differenza rispetto ad altri hotel della zona.
Camere spaziose, sport di ogni tipo, clima caldo e asciutto, gentilezza del personale coloravano la vacanza e la rendevano indimenticabile.
Sono stato fortunato, la struttura si trovava a soli 25 minuti di bus dal modernissimo aeroporto di Salalah, capitale del Dohfar.
Ma non ho fatto certo sei ore di volo per fare la lucertola in spiaggia!
Oman un paese indimenticabile e sicuro
Ho partecipato a tutte le escursioni, che mi hanno permesso di visitare e capire meglio l’Oman con la sua gente molto socievole.
Ho conosciuto subito le due guide Ayman e Ashraf, che personaggi!
Sono Egiziani, e data la situazione nel loro Paese, sono stati costretti ad emigrare.
Mi hanno spiegato il programma che avrei fatto durante la settimana e siamo entrati subito in sintonia.
Io sono Napoletano!
Ora vi domanderete “Egiziani? Ma possono fare le guide lì?
Il governo locale lo permette?
Le guide Egiziane sono in effetti i traduttori, che parlano al gruppo di turisti sul bus, mentre la guida locale segue in macchina o a piedi, taciturna, indossando la sua bella tunica.
A me la scena ha sempre divertito 😁.
Oltre al deserto mi incuriosiva l’incenso, ma andiamo a vedere cosa ho visto, esattamente.
Lunedì
Salalah – escursione leggera
Siamo partiti alle ore 09.00 verso la capitale, eravamo in 18 in sopra un bus di medie dimensioni.
Già durante il viaggio Ayman (egiziano), ci ha raccontato come vive la gente, come lavorano, dove abitano, a parlato del Sultano e di quanto egli abbia contribuito alla crescita di questo ricco stato pacifico.
Abbiamo visitato la classica moschea che tra l’altro presentava all’interno una temperatura di 10 gradi per l’aria condizionata sparata a mille.
Qui le donne hanno dovuto coprire tutte le parti del corpo, compreso il capo con un foulard, mentre noi uomini indossare pantaloni lunghi.
Mercato del Souk
Dopo ci siamo recati al Souk (mercato), l’odore dell’incenso era molto forte, la nostra guida ci ha spiegato come nasce e la diversità dei prodotti.
Caratteristici e colorati i brucia incenso andavano a ruba, ma i venditori non capivano molto della nostra moneta e noi con il cambio facevamo confusione.
Fortuna che ci aiutava Ayman, a sua volta venditore, perché ci ha proposto i datteri che avrebbe poi consegnato in hotel la sera, incassando però prima i 10€, con un bel sorriso. 🙂
È stata una mezza giornata molto piacevole dove c’è stato il primo approccio, un’infarinatura, per scoprire questo popolo molto discreto e rispettoso.
Arrivo al Fanar alle 13.30, ho pranzato con Ayman e Ashraf.
Il pomeriggio l’ho trascorso giocando a calcetto con gli animatori e la sera in teatro con il loro spettacolo. Bravi.
Mi sono sentito subito a mio agio, i camerieri e tutto lo staff dell’hotel erano indiani e cingalesi coi quali ho scambiato diversi punti di vista.
Fanar Hotel
Sam, il responsabile dei beach boys mi ha mostrato con orgoglio le spiagge del suo Sri Lanka e mi ha invitato a visitarlo.
Tutt’ora ci scriviamo e ci mandiamo saluti.
Ho fatto amicizia con diverse famiglie, coppie e ragazze che viaggiano sole come me, quindi anche quando non ero in escursione le mie giornate erano piacevoli.
Ricordo con affetto la cena Omanita al ristorante vicino al mare in compagnia di una famiglia di Monza e due ragazze di Lugano, ci siamo fatti un sacco di risate.
Martedi
Fazayah
Appuntamento alle 09.15 in reception con Ashraf, oggi è lui che ci guida in questa escursione fantastica!
Siamo in sedici, si presentano quattro jeep, e che jeep!
Nuove, bianche, lussuose e comodissime, capienza 4 persone più l’autista che vestiva una tunica bianca, pulitissima e ben stirata, in testa il Kuma, cappello tipico.
Prima tappa alle grotte Manreef
Cave con caratteristici geyser creati dall’acqua che sgorga da pozzi verticali sottomarini.
Segue la visita alla valle dell’incenso, qui Ashraf, con grande senso dell’umor, ci illustra gli alberi e le loro caratteristiche, facendoci capire meglio il prodotto acquistato al Souk di Salalah.
Percorriamo la strada costruita dagli inglesi, con curve e ben asfaltata, a bordo si ascolta musica araba.
Con me c’è una famiglia di Venezia simpaticissima, il figlio adolescente parlava bene l’inglese tanto che con Abdul, l’autista, parlava di calcio.
Ad un certo punto intravediamo uno specchio d’acqua meraviglioso e ci accingiamo a scendere lentamente per una strada sterrata.
Pian piano riusciamo a vedere e godere di un panorama mozzafiato.
La spiaggia di Fazayah
Scendiamo dalla macchina e dopo pochi passi i miei piedi sono accarezzati da questa sabbia bianchissima e sottile, che si estende per chilometri, sembra borotalco.
Ci sono 32 gradi, sono le 11,30 del mattino, un vento leggero mi sfiora la pelle.
Gli autisti spengono i motori, c’è un silenzio meraviglioso, pace per le nostre orecchie.
Mi avvio verso il mare girandomi intorno, uno spettacolo naturale mi fa togliere e rimettere gli occhiali da sole per vedere meglio i colori!
Mare turchese, sabbia immensa e alte montagne alle spalle che fanno da cornice a questo posto eccezionale.
Ashraf si accinge con lo staff a preparare le tende per fare ombra al buffet, che verrà preparato di lì a poco, mentre noi abbiamo ombrelloni e teli mare con noi.
Siamo soli a goderci questo luogo incantevole.
Faccio subito un tuffo, e dopo una lunga passeggiata sulla riva, dove scatto tante foto, arrivo ad una baia rocciosa dove si beneficia di un altro affascinante panorama.
È ora di pranzo, ci consegnano piatti di porcellana con posate, hanno preparato di tutto, dal pollo al pesce, riso, pasta, insalate, frutta e dolci.
Il gruppo è molto contento. Ci conosciamo meglio tra di noi mentre gustiamo il cibo locale, squisito.
Trascorriamo la prima parte del pomeriggio in acqua e con noi vengono anche i simpaticissimi autisti.
Torniamo in hotel intorno alle 17.30, soddisfattissimi della stupenda giornata trascorsa, il piacere di essere stati un in posto meraviglioso e da soli, senza la folla che spesso non ti fa godere quello che ti circonda.
Mercoledì
Il deserto
Eccoci giunti ad una delle escursioni più emozionanti che abbia mai fatto in giro per il mondo. Rub al-Kali, il deserto dei deserti o detto anche “quarto vuoto” perché si estende per un quarto nella penisola arabica.
C’era nel programma anche l’escursione di un giorno, partendo dopo pranzo per tornare la sera alle 21,30 ma io ho preferito quella di due giorni, perché volevo assolutamente dormire nel deserto!
Appuntamento in reception alle ore 14,15, siamo in 28 e ci accompagna Ayman.
Andiamo sempre nelle scintillanti jeep, sono una dietro l’altra con gli autisti in tunica che ci attendono.
C’è anche Abdul, ci salutiamo come se ci conoscessimo da anni ma stavolta siamo con Abel.
Insieme a me c’è una coppia ed una ragazza, entusiasti e alla ricerca di forti emozioni.
Abbiamo zaini con il necessario, vestiamo bermuda e maglietta, occhiali da sole e copricapo.
Si parte, prima fermata alla vasta valle dell’incenso, ci sono numerosi alberi bassi.
Ascoltiamo di nuovo il racconto dei giorni precedenti.
Proseguiamo per le rovine di una città antichissima, scoperta dalla scuola archeologica di Pisa non molti anni fa dove avveniva il commercio delle spezie.
Fa caldo ma nelle macchine c’è aria condizionata per cui il viaggio è gradevole, in buona compagnia.
Piccola sosta classica ai simpatici dromedari con tanto di foto.
La strada che percorriamo è ben asfaltata, ad un certo punto c’è il check point della polizia dove esibiamo il passaporto.
Finalmente giungiamo nel nulla, si intravedono le prime dune, sono basse, ci sono ancora pietre sullo sterrato.
Iniziamo a ballare con la jeep, Abel inizia a scatenarsi e alza il volume della musica.
Il sultano
Attraversiamo anche un piccolo villaggio di 40 persone, ultimo punto di segnale del telefono.
Si, perché il sultano Qabus aveva fatto arrivare i servizi fino a qui.
Gli Omaniti lo amano, lo chiamano papà perché ha fatto la storia di questo Paese.
Facciamo altri 25 km, le dune iniziano ad essere più alte, sono di sabbia, qui il deserto è sabbioso, non come in Egitto che è roccioso.
Inizia una sorta di luna park con gli autisti che si rincorrono con dei sali e scendi. Ci stiamo divertendo tantissimo.
Arriviamo in un punto che offre una vista meravigliosa.
È quasi ora, scendiamo dalle jeep, di cui una si è insabbiata.
Assistiamo, dunque, al salvataggio nel deserto con traino.
Il Tramonto
Lascio tutto in auto e inizio a correre sulla “farina rossa” e scatto foto a gogò, fino ad arrivare ad un punto molto alto da dove aspetto il tramonto.
Una palla rosso-arancione si abbassa pian piano, eccezionale!
Sembro un bambino, mi guardo intorno e vedo gli altri procinti a scattare foto ma consiglio loro di godersi anche lo spettacolo, perché se sei impegnato con la macchina fotografica rischi di rovinarti il momento.
Non avevo mai visto un tramonto del genere, sembrava un quadro dipinto, le dune con le dune disegnate.
Arriviamo al campo, circa 25 tende con letti e materassi, a terra hanno messo dei tappeti per evitare il contatto con la sabbia.
Ci consegnano una torcia e ci sono due cabine con servizi igienici e due lavabo.
Alto livello è il servizio.
Sono le 20.00, ci chiamano per la cena a buffet in una tenda apposita con tavoli e sedie.
Mangiamo benissimo, ormai ci conosciamo tutti.
Abel ha tolto la tunica e l’ha sostituita con la maglia di calcio dell’Oman e nel frattempo con i suoi paesani ha preparato il tè, caffè ed ha acceso il fuoco.
Le stelle
È buio, ci accomodiamo su dei tappeti con cuscini, qualche jeep è a pochi metri per farci ascoltare la musica.
Mi sdraio a godere di uno spettacolo che solo nel deserto si riesce a vedere: il cielo stellato!
Mamma mia quante sembrano tante lucciole, e eccone una cadente.
È il momento top della giornata.
Iniziamo a ballare, gli autisti sono scatenati.
Mi lascio trasportare dalla loro voglia di comunicare e scherzare.
Coinvolgo anche gli altri, sembriamo una famiglia.
Dopo un po’ c’è chi si apparta e chi va a dormire, restiamo in 8 a consumare l’ultimo tè parlando del più e del meno.
Mi incammino verso la tenda a cercare di riposare un po’ ma avevo l’adrenalina addosso e infatti non è stato facile. Il materasso era un po’ duro ma mi sdraio e comunico con gli abitanti delle altre tende.
Faccio versi di animali, scoppiamo a ridere, qualcuno mi prende anche in giro, mi dicono di non fare troppo rumore nelle effusioni amorose, ma con chi?
Siamo nel pieno della notte, il silenzio viene rotto d’un tratto da un uomo in lontananza che inizia a russare.
Oh no! Mi dico e inizio di nuovo a ridere con parte degli altri viaggiatori.
Esco dalla tenda per ascoltare il vento e vedere quello che mi stava circondando.
L’alba
Alle 06.00 in punto i clacson delle jeep fanno da sveglia.
Partiamo per andare a vedere un altro emozionante fenomeno, l’alba.
I piedi affondano nella sabbia fredda, la felpa a quest’ora è d’obbligo. Il sole sta per alzarsi, i colori iniziano a cambiare.
È meraviglioso.
Mi incanto a guardare questa luce e penso alla vita che scorre, un nuovo giorno è appena iniziato, col ricordo della stupenda notte da poco trascorsa.
Torniamo di nuovo al campo a piedi in modo avventuroso scendendo da una duna altissima, è molto divertente ed originale.
La sabbia me la ritroverò per tutto il corpo.
Il rientro
Sono le 07.30 circa, facciamo colazione con un buon tè omanita prima di rientrare in hotel alle 11.00, il tempo per tuffarsi con tutti i vestiti in mare e ricordare questi due giorni che resteranno indelebili nella mente.
L’indomani è l’ultimo giorno che avrei passato in struttura in relax tra passeggiata in riva al mare e cena orientale.
Stanno costruendo altre strutture, qui fanno in fretta, il turismo sarà un’altra fonte di introiti per questo Paese.
Il trasferimento nel bellissimo e nuovo aeroporto è per la sera di venerdì con arrivo in Italia sabato mattina.
Passo il viaggio a pensare anche al popolo Omanita, così educato e discreto.
Immagino alle scene divertenti di questa settimana, ai compagni di viaggio che in parte, ritrovo sullo stesso aeromobile.
Un viaggio sorprendente, ricco di emozioni dove ci sono le foto a riassumere, ma che non potranno mai trasmettere quello che provi vivendo, toccando con mano.
Un viaggio che porterò nel cuore, così come le persone che ho conosciuto.
Curiosità:
Lo sapevate che…in Oman le donne lavorano negli uffici pubblici e guidano?
Lo sapevate che…chi indossa le tuniche bianche lavora nel pubblico mentre chi indossa tuniche di altri colori nel privato?
Lo sapevate che…. Zanzibar apparteneva all’Oman?
Dopo queste curiosità speri di avervi fatto innamorare di questa splendida terra.
Inoltre vi sottolineo che l’Oman è un paese sicuro di conseguenza se volete farvi una vacanza indimenticabile non perdete l’occasione.
E allora siete pronti a partire? Lasciate un commento condividerò con voi i miei pensieri.
Buon viaggio
Salvatore
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